La storia dell’amatriciana: come nasce questo piatto



Categoria:

La nostra Cucina

Data di pubblicazione:

9 Aprile 2025

Autore:

Stefano Pego

L’amatriciana, esatto, quella con la panna, il pomodoro, la cipolla e la pancetta, quanto è buona?

UI AR GIOCHIN.

Se pensi che la pasta all’Amatriciana sia questa, e che sia solo una delle tante ricette italiane, preparati a ricrederti. E non nominare mai questi ingredienti davanti ad un membro dello staff della Tana, perché potrebbe svenire.

Qui non ci accontentiamo di raccontare storie scontate. E quando si parla di piatti iconici, è giusto rendere onore a chi ha scritto la storia della cucina con un sugo che non solo è delizioso, ma ha anche un carattere degno di rispetto.

Parliamo allora della vera regina della pasta. Sai bene di cosa si tratta, ma conosci la storia dell’amatriciana? come è nata e come arriva ai tempi odierni con il titolo di “cuin” dei primi piatti italiani?

Non preoccuparti, ci pensiamo noi a raccontarti questa storia fatta di tradizioni e tanto, ma tanto gusto.

La storia dell’Amatriciana: no, non chiamarla “solo” pasta

Dietro un piatto che oggi troviamo in ogni trattoria (e, ahimè, anche in versioni discutibili) c’è una storia che inizia nei pascoli dell’Appennino laziale. Gli antenati dell’Amatriciana erano i pastori di Amatrice, piccolo borgo montano in provincia di Rieti, che portavano con sé pochi ingredienti essenziali: guanciale, pecorino e pepe. Niente pomodoro, perché fino al ‘700, in Europa, nessuno lo usava in cucina.

Questa versione “in bianco” si chiama Gricia e, ancora oggi, è considerata la madre di tutte le Amatriciane.

L’arrivo del pomodoro e l’inizio della leggenda: qui parte la vera storia dell’amatriciana

E poi arrivò lui: il pomodoro. Dopo essere stato importato dalle Americhe, iniziò a fare capolino nei piatti italiani, e ad Amatrice qualcuno ebbe l’intuizione geniale di aggiungerlo alla Gricia. Boom! Nacque così la salsa all’Amatriciana, un mix perfetto di sapidità, dolcezza e intensità.

Il piatto si diffuse rapidamente, conquistando Roma e diventando un simbolo della cucina laziale. I cuochi amatriciani, molto richiesti nelle osterie romane, portarono la ricetta nella capitale, e da lì l’Amatriciana iniziò la sua scalata verso l’Olimpo della gastronomia italiana.

Attescion agli impostori

Ora, andiamo con calma. Se ti viene in mente di preparare un’Amatriciana con pancetta, cipolla o panna… fermati. Respira. Riconsidera le tue scelte di vita. La vera Amatriciana si fa con guanciale, pecorino, pomodoro e un pizzico di peperoncino. Fine.

Niente aglio, niente cipolla, niente compromessi, variazioni, modernizzazioni di cui NON abbiamo bisogno. E sì, il guanciale va rosolato a dovere. Deve essere croccante fuori e scioglievole dentro. 

Perché l’Amatriciana è letteralmente la pasta più buona al mondo?

Facile: perché ha tutto. Il sapore profondo e avvolgente del guanciale, la dolcezza e l’acidità del pomodoro, il tocco sapido e deciso del pecorino. Ogni forchettata è un morso di storia, un tributo a generazioni di cuochi che hanno perfezionato questa ricetta fino a farla diventare un patrimonio dell’umanità (no, davvero, l’Amatriciana è candidata all’UNESCO!).

E se vuoi provare una versione che onora la tradizione ma con il tocco speciale della Tana del Luppolo, allora sai già cosa fare: vieni a trovarci. Ti basta rimanere aggiornato sui nostri canali social per scoprire quando è nella proposta per la pausa pranzo.

Non abbiamo dubbi: se la provi, non torni più indietro. Anzi, probabilmente ti commuovi.

Prenota ora e assaggia l’Amatriciana bai Tana del Luppolo

Ora che conosci la storia e la sacralità di questo piatto, c’è solo una cosa da fare: venire alla Tana del Luppolo a Este o a Lendinara e assaggiarne una versione fatta come si deve.

Questo piatto lo riserviamo come chicca speciale a pranzo, ma attenscion, non sempre. Se sei fortunato, potresti trovare proprio lei, la signora in rosso, pronta a farti innamorare a ogni forchettata.

Rimani aggiornato sui nostri canali social per scoprire le nostre proposte per la pausa pranzo, che cambiano giornalmente. Se vedi l’Amatriciana, beh: PRENOTA SUBITO UN TAVOLO (ehm, prenotalo anche se non c’è l’amatriciana, dai).

Noi ti aspettiamo in qualunque caso. ❤️🍝